marzo – Galleria Moitre http://www.galleriamoitre.com Galleria d'Arte a Torino Fri, 07 Feb 2025 08:58:58 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.26 Il Vettore Umano – Mostra Collettiva http://www.galleriamoitre.com/il-vettore-umano-mostra-collettiva/ http://www.galleriamoitre.com/il-vettore-umano-mostra-collettiva/#respond Thu, 22 Feb 2024 09:43:30 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2726

Il vettore umano

Alessandro Gioiello, Liana Ghukasyan, Barbara Fragogna, Isabel Rodriguez Ramos

Inaugurazione: 9 marzo ore 18.00

Esposizione: 10 marzo – 20 aprile 2024

Dopo aver dedicato la prima parte di stagione alla constatazione d’un informe contemporaneo e presente nelle tecniche e nei materiali odierni, dove la forma è quasi sempre in divenire o foriera di soluzioni, un secondo istante è composto da una coppia d’esposizioni connesse dalla figura dell’essere umano, come fisionomia, aspirazione mistica, immersione nel mondo e contatto con l’altro, cambiamento e mimetizzazione. “Il vettore umano” è una esposizione segnata innanzitutto dalla volontà di una accorta selezione di pezzi, tutti ragionati sulla premessa del corpo dell’uomo e della donna come vettore, termine quest’ultimo riccamente adoperato nei più svariati ambiti del sapere e sempre come trasferimento, cambiamento, essenzialità. Posta una base carnale, evidente all’occhio, la possibilità di sviluppo, ampliamento, distruzione e ricostruzione, non ha solo ramificazione terrene, anzi. Se dalla balcanizzazione d’un corpo si deve procedere, è obbligo, per noi, prendere la consapevolezza nelle opere di Liana Ghukasyan ed il suo progetto “Anush”, storia orripilante d’una soldatessa armena fatta a pezzi, uccisa, deprivata e umiliata da uomini dell’esercito azero. Gli elementi, gli organi, i lacerti di ciò che era un’unità, si accendono in una oscurità invasiva, malefica che è parte degli organi ma soprattutto di quello che è sopraggiunto, rendendo l’essere, la vita una forma di disponibilità all’orrore e al suo annientamento. Forse è anche per questa dispersione, provocata trascendenza che le opere di Isabel Rodriguez Ramos, sono state abbinate al talento dell’artista armena. Non per stile o carname ma per forma divinatoria, spirituale della perdita dell’afflato umano, giungendo ad una sensibilità che ha a che fare con la rappresentazione di se stessi e delle personali aspirazioni e timori. Una forma animistica che appartiene non solo alle più svariate culture del pianeta ma che nell’artista italo-cubana assurge a riscoperta d’una forma di misticismo perlopiù ormai assente nel panorama religioso occidentale, personale certamente ma affratellata da un inconscio misterioso e sovra-culturale, non unico nel corso dell’esposizione.

Nei lavori di Barbara Fragogna infatti, vi è una salvifica leggerezza, una partecipazione al mondo come esclusione d’ogni limitazione o dolore, di accrocchi ossificati e parti appena intuibili d’organi danzanti al passo dell’impossibile Nella selezione di carte che si è operata per l’esposizione, l’attenzione si è concentrata sulla struttura dello scheletro umano, pilastro essenziale dell’umano e inamovibile, rigida consapevolezza. Dunque è inusuale vederselo scomposto, leggero e quasi fogliante, disperso e, nei mucchietti meno estremi, ricordare dei ritrovamenti archeologici, parti di sepolture. Ma è un pensiero tristanzuolo che nella maggior parte delle opere è assente. È lo scheletro nella sua accezione trasognata, irriverente a prendersi l’occhio. Magari anche in menome parti. Ed è dunque naturale, a nostro avviso, accostarlo ai lavori di raffinata esecuzione e pensiero, di Alessandro Gioiello. L’uomo, la donna, i contorni, le forme sono un contenitore ed un attacco al ragionamento. Non solo su chi potrebbero essere, su dove averli veduti, se determinati suggerimenti attestino nella nostra curiosità un approdo ma una possibilità di sviluppo che è la sublimazione dell’informe, della sua immaginifica potenza. Paesaggi e suggerimenti di visione sono perlopiù trattenuti dal corpo, dal volto, da ovali, da suggerimenti d’umano ma senza fornirceli, come se fossero interamente degli orpelli. Così facendo l’essere umano s’accosta all’esterno, al contatto con l’altro, con il vissuto. Ed è questo il limite della mostra e aggancio per la successiva che fornirà un contesto concreto e quanto mai volutamente “impreciso” al vettore appena descritto e genericamente conosciuto da ognuno di noi.

]]>
http://www.galleriamoitre.com/il-vettore-umano-mostra-collettiva/feed/ 0
Flavia Spasari – Transpose – 11 marzo / 19 maggio 2023 http://www.galleriamoitre.com/flavia-spasari-transpose-11-marzo-19-maggio-2023/ http://www.galleriamoitre.com/flavia-spasari-transpose-11-marzo-19-maggio-2023/#respond Wed, 22 Feb 2023 09:32:53 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2612 Flavia Spasari

TRANSPOSE

Inaugurazione: 11 marzo ore 18.00

Esposizione: 12 marzo – 19 maggio 2023

L’essere umano è un produttore evolutivo di prodigiosa efficacia. Biodiversità e adattamento sono assemblate nella fabbricazione del mantenimento e proliferazione della specie, che ha saputo/voluto plasmare la circostanza per farne un habitat. A tal punto da modellare l’ambiente naturale per scopo e utilità. Da ciò deriva una partecipazione che è diventata forma di pensiero: l’antropocentrismo. Il perno dell’Universo è l’uomo: in teoria, religione o atti. La sua stessa produzione (oggetto come rappresentazione identitaria) è una testimonianza, alle volte perfino archeologica, del suo passaggio. Una “passeggiata” sul prato della storia che non è mai stata così soppesata come negli ultimi decenni. Un’esistenza che nelle valutazioni dell’artista Flavia Spasari (Chiaravalle Centrale (CZ), 2000) è constatazione applicata al rimasuglio, resto mai così fisico della morte. Un trapasso che è oggetto scartato, lasciato o abbandonato, un corpo che si trasforma in cascame separato dalla sua fonte naturale ma ricollocato inconsapevolmente come nuova forma. Forma che possiede tempi, meccanismi ed evoluzioni dove l’essere umano è esentato dall’impiccio. In sostanza, natura oltre l’uomo, in una faglia che ci separa dall’origine. L’ottenimento è nuova vita. Forse, nel pensiero umano, un paradosso che ci appare inconcludente. Niente affatto. I lavori e i pensieri della Spasari c’è lo dimostrano, in una resa che non è previsione futura o fantasmagoria ma concreto presente. L’artista ci porta un pianeta che ha saputo sviluppare un’esperienza lontana dal naturale divenendo artificiale, mischiando incrostazioni tecnologiche con elementi vegetali o animali, generando forme e figure che mantengono la funzione mnemonica del materiale. Sono corpi per mezzo dell’uomo ma che di esso hanno ottenuto di farne a meno, mostrandosi non come ibridi ma autorevoli elementi da decodificare. Sono bronzo, piombo e catrame, come marmo, cavi, ferro e perfino parti di corpo ricalcate sulla pelle dell’artista che come deriva si sono allontanate dalla generatrice, in un’intima deprivazione. Hanno estetica animale, naturale o tradizionalmente conosciuta, ma sono un altro da ricomprendere. Sono organismi che ormai persistono e si modificano, in una non più inedita rappresentazione e, come sa denotare l’artista, proliferano, divergendo dall’attenzione del creatore.

]]>
http://www.galleriamoitre.com/flavia-spasari-transpose-11-marzo-19-maggio-2023/feed/ 0