liana ghukasyan – Galleria Moitre http://www.galleriamoitre.com Galleria d'Arte a Torino Fri, 07 Feb 2025 08:58:58 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.26 Collettiva – Lacerto http://www.galleriamoitre.com/collettiva-lacerto/ http://www.galleriamoitre.com/collettiva-lacerto/#respond Mon, 03 Dec 2018 15:10:59 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2120

Inaugurazione: 14 dicembre ore18,30

Esposizione: 15 dicembre 2018 – 9 febbraio 2019

Nella lingua italiana per lacerto s’intende un frammento, una parte di qualcosa. È un termine desueto e consunto dal mancato utilizzo. Ma significa anche una parte di carne, inteso come muscolo. Ha dunque un significato fisico ed astratto al contempo. Ideale per ciò che stavo cercando. Nei mesi passati ho interessato alcuni artisti sul mio proposito di creare un esposizione che di curatoriale avesse poco ma che invece si concentrasse sul senso dell’opera, in modo particolare per venire a noi, sul perché un lavoro fosse stato creato, sulla temperie che avesse favorito la nascita di un manufatto. Hanno dunque selezionato uno o più lavori. Nello stesso tempo ho richiesto che si prodigassero nel descrivere la condizione che ho poc’anzi enunciato, mettendo su carta considerazioni che in un banale comunicato stampa non entrerebbero. Il risultato è un testo, narrante stati ed inclinazioni. Questo è tutto.

Alessio Moitre

Gli artisti invitati: Ruggero Baragliu, Barbara Fragogna, Serena Gamba, Liana Ghukasyan, Samuele Pigliapochi, Lavinia Raccanello, Angelo Spatola.

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Liana Ghukasyan / Tocco – Segno – Taglio http://www.galleriamoitre.com/liana-ghukasyan/ http://www.galleriamoitre.com/liana-ghukasyan/#respond Thu, 25 Aug 2016 14:17:56 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=1726 Liana Ghukasyan

“Tocco – Segno – Taglio”

Inaugurazione: 29 settembre ore 18,00

Esposizione: 30 settembre – 23 ottobre 2016

 

 

Prendere coscienza di se stessi non vuol dire saper dare forma al proprio pensiero. Vi sono passaggi, necessità tecniche da espletare. Pensieri che si devono ramificare. Fatto ciò, viene, per un pittore, il momento della tela. Per Liana è un approccio privato, ricercato anche nelle ore della notte, quando il paesaggio, anche sonoro, cambia. Ripenso, mentre scrivo, alle parole nel suo studio. È venuto naturale concedersi del tempo, prima di creare l’esposizione. Quali pezzi, dove collocarli, giorni per fare ed altri per scambiarsi solo pareri, tramite mail. Questo è stato dopo. Prima si è detto molto. Seduti sulle poltrone a bere del thè con lo zenzero in pezzi, che sul fondo si faceva audace, ad ogni sorso. È stato semplice concordare che il titolo dell’evento sarebbe venuto. Si aspettava, il giusto o anche no. Sarebbe dipeso dagli attori in campo. Si sono viste tele, si è pranzato, si è discusso d’Italia, di mondo, di rispettive vicende accadute. E poi è arrivato “il momento”. Tra virgolette perché è la parola che meglio rappresenta,a mio giudizio, il percorso di Liana. Niente, nella sua pittura, è faciloneria. Dettagli (spesso piccoli, gustosi per l’osservatore)sono posati con il pennello senza un’esigenza estetica. Ci devono stare e proprio li. “Tocco – Segno – Taglio” oltre che il titolo dell’esposizione, sono anche parole. Mi sarebbe venuto da scrivere, “Solamente tre parole”. Ma avrei sbagliato perché anche le singole lettere (in lingua armena o italiana) sono lavorate dalla Ghukasyan, per darle dignità oltre che senso ulteriore. Sono sui fogli come sulle tele, spesso in luoghi non visibili o meglio, poco frequentati dagli sguardi degli amatori. Come detto, tre parole. Per periodi diversi, per anni che sono passati portando frutto. Quello del ragionamento sulle proprie origini è un capitolo, che muta continuamente. Porta alla creazione di pensieri e ad opere con colori netti, pochi. Come dire, quelli che servono. Ma ci sono anche le persone, non indagate ma interrogate. Compagne niente affatto silenziose sulla tela. Ti osservano, altre sono quasi solo dei contorni. Mi ricordano pitture murali di epoca medievale, dove la leggenda e la religione potevano andare insieme, accomunati da piccoli simboli. C’è del rosso nel lavoro di Liana. Se lo porta dall’Armenia e non è lo stesso che usano tutti gli altri. La composizione non c’èntra. Mi riferisco, ovviamente, alla sua calmierata gestione. Anche in questo caso, nessuna esagerazione. E poi sta sulla tela con una consapevolezza che nemmeno il nero riesce ad intaccare. In Galleria i pezzi, come si può immaginare, sono stati selezionati con una certa cura. Non per esigenza allestitiva ma per necessità di comprensione da parte dello spettatore. C’è infatti il tocco, il segno e per ultimo il taglio. Risultato recente e che ha influenzato il titolo dato all’evento.

 

 

Testo di Alessio Moitre

 

Per informazioni sul progetto Colla, a cui la Galleria Moitre aderisce

 

http://collacontemporary.weebly.com/

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