elena tortia – Galleria Moitre http://www.galleriamoitre.com Galleria d'Arte a Torino Mon, 27 Jan 2025 09:07:36 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.26 Il diffusore umano – collettiva http://www.galleriamoitre.com/il-diffusore-umano-collettiva/ http://www.galleriamoitre.com/il-diffusore-umano-collettiva/#respond Thu, 18 Apr 2024 14:37:25 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2755

Sergio Salomone, Elena Tortia, Lorenzo Zerbini

Vernissage: 3 maggio ore 18.30

Esposizione 4 maggio – 12 luglio 2024

Il percorso annuale della Galleria Moitre è stato segnato dal tema della forma dell’informe, un argomento che ha accomunato e accostato più artisti in quattro differenti collettive. Dalla prima sull’informe come mezzo imprevedibile ma cercato, al proseguo con un informe ulteriormente spinto verso una sua consacrazione di realtà impronosticabile, perfino quando si tratti di tecnologia e di meccanica. Siamo poi passati ad una forma dell’informe sul corpo umano, resa in argomento mistico, sociale, civile o pittorico.

Dunque giungiamo preparati a quest’ultimo passaggio che ci mostra sempre l’uomo come elemento centrale di passaggio ma non più come sua sola costituzione ma bensì come propalatore, un emanatore di progettualità, di confronto e fusione ed un incubatore, nel vero senso della parola, di esseri e possibilità per altre specie. Mi riferisco, con questa ultima affermazione, al lavoro lungo e metodico di Elena Tortia, che in una sola, grande parete, riesce a riportare ciò che è stato il periodo da febbraio 2020 fino alla metà del 2023: un gorgo di numeri e dati e previsioni, sempre su un elemento invisibile, però mutevole, sempre disposto a sfruttarci per la sua, naturale crescita e sopravvivenza. In tale senso, quello del cambiamento e della fusione per risultato ottenuto, è l’opera di Lorenzo Zerbini e del suo accostarsi al tema naturale come fonte di commutazione e di interscambio tra l’uomo e la pianta. Nel suo lavoro video la coabitazione è il risultato di una trasformazione attuata anche con inediti sistemi e con forme di sostegno e di sofisticata costrizione. Nello spirito di costruzione e di rapporto è anche il tracciato di Sergio Salomone che nell’architettura e nel suo canone riscontra una narrazione umana, soprattutto occidentale, dettata dalla formazione di limiti e riflessioni continue sul senso del contesto e come esso si adoperi per mutarci. Una constatazione intellettuale diventata fortemente contemporanea (ed indubbiamente futuribile) nell’attuale civiltà, dove il confronto con il potere e l’auto-rappresentazione, possano nascondere trabocchetti e narrazioni, alle volte, distorte o pericolose.

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Elena Tortia http://www.galleriamoitre.com/elena-tortia/ http://www.galleriamoitre.com/elena-tortia/#respond Wed, 19 May 2021 14:42:44 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2389 è nata a Torino nel 1987.

Attualmente vive e lavora a Torino.

 

 

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Mostra a sentimento – Una indeterminata pittura http://www.galleriamoitre.com/mostra-a-sentimento-una-indeterminata-pittura/ http://www.galleriamoitre.com/mostra-a-sentimento-una-indeterminata-pittura/#respond Thu, 21 Jan 2021 08:56:40 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2332

Mostra a sentimento

Una imprecisata pittura”

Andrea Famà, Angelo Spatola, Elena Tortia

Esposizione: da Oggi a Vedremo

Le mostre a sentimento stanno per un certo tempo, in un certo luogo, in certi orari oppure no. Sono verosimili ma non definitive, rappresentabili in presenza, in assenza o in ricordo. Hanno nell’incertezza una stabile condizione con settimane buone o storte. Vanno e vengono. Sono contemporanee perché non lo sopportano e fan di tutto per farsi ammirare. Ma con discrezione. Sennò spariscono. Aggiungono o sottraggono, con la matematica certezza di essere parte del problema.

Gli artisti: Andrea Famà, Angelo Spatola, Elena Tortia

Il tema è la pittura. Una certa pittura o meglio ancora, ciò che è anche se non è. Nel solco della tradizione in partenza per approdarne al di fuori, in una alternativa volontà di dipingere.

La mostra è aperta, per ora, via web e su appuntamento.

Per altri orari, si vedrà.

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Barbara Fragogna – Elena Tortia http://www.galleriamoitre.com/barbara-fragogna-elena-tortia/ http://www.galleriamoitre.com/barbara-fragogna-elena-tortia/#respond Sat, 05 Sep 2020 10:11:47 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2314 Inaugurazione: 21 settembre dalle ore 16

Esposizione: 22 settembre – 14 novembre

Avevo riportato uno scritto e lo reputavo calzante. Convinto, me ne ero distaccato, facendo attenzione all’impaginazione preoccupandomi in seguito sul dove diffonderlo e le varie pratiche che rendono abitudinario il campo dell’arte. Non mi ero accorto di aver omesso uno dei temi principe dell’anno in corso: la scomodità. Eh sì che c’è ne sarebbe da trarne un trattato tra impacci sanitari, professionali, sociali, civili. Eppure la creatività, in certi casi, la sperimenta da prima e lo fa nelle diverse inclinazioni che rendono l’artista un picaresco soggetto. Barbara Fragogna per esempio si è trasferita di recente a Padova ed il suo studio (che avevo la fortuna di poter frequentare a pochi passi da casa) era un groviglio amazzonico di colori e di certe opere impilate si immaginava la complessità nel trasporto. Poco prima di partire ci accordammo per riporne una parte in galleria ed io, senza averle mai vedute, me le sono ritrovate. È stato deciso, da una figura sacrale senza dubbio (o dalla saggezza di Barbara?), che le reputassi una scoperta e che fosse giusto renderle pubbliche perché di vita espositiva ne avevano fatta ben poca, se non proprio nessuna. Ed era obiettivamente scandaloso. Dunque tutte nel salone alla mercé delle critiche del pubblico. E nella sala affianco l’opera di Elena. Senza cognome perché quando abbiamo parlato per la prima volta del suo progetto (faceva caldo ed eravamo ignoranti in materia di pandemie) c’era una donna che nell’arco strettissimo di un anno o poco più aveva deciso che andava in vacanza, metteva a posto due cose, si sposava, cambiava appartamenti e studi in un frullio inesausto e faceva un figlio. Un tifone al cui fondo c’era la Tortia, che doveva riprendere a fare l’artista perché semplicemente ne aveva voglia, come natura ordina. Avrebbe fatto un libro “scomodo”, su un soggetto altrettanto scomodo, incastrando le sue giornate fra varie scomodità per realizzare tra galleria e studio un progetto davvero scomodo. Ecco tutto.

Sono due storie che ritenevo giusto mettere in scena. Così è nata questa mostra.


Qualcuno scriverebbe premessa, Miscrivo

Vorrei comporre una lettera sincera, esprimere quello che penso liberamente, ma tanto non sarà mai possibile. Non ci conosciamo abbastanza e non raggiungerete le intime viscere di questo progetto, molti di voi non lo guarderanno.

Dare un altro ritmo al guadare, tutto qua. Aspettare e non capire, non capire che tutti quegli elementi di disturbo mi attraevano così tanto. Il paese dell’abbandono mi stava chiamando. Trovarsi davanti a una lingua, certamente qualcuno mi avrebbe detto essere la mia, che ti sbarra gli occhi e provoca rabbia. Tremenda frustrazione.

Ora vorrei trovare quella sincerità nei concetti che hanno costruito questo progetto.

Incominciamo.

Mi rimbalzano in testa le parole di un incontro “non è che lo debbano capire per forza (gesto che esprime rassegnazione); l’arte era visibile come parte di qualcos’altro, non era solo in sé (smorfia che sei scema). Bisogna agire, non dominare.” CLICK

Due anni di intervallo per mettere tutto a posto. Un anno che mi porto dietro queste manie di ordine. Un cervello incrostato dal comodo arenaggio che mi ero scelta, come in un fortissimo sbang, (ho) trovato quella linea che si mette a posto da sola.

Di cosa sto parlando? Del casino, del caos, qualcuno lo chiamerebbe solo disordine. Di quell’eccesso che nasce da manie, oggetti accumulati che mi turbavano e porgevano la mano urtandomi e lusingandomi. Gli oggetti mi colpivano con forza e provavo un’affascinante rabbia, mi sfogavo ma non serviva.

Il progetto che vedrete non è nulla di più del semplice mettere a posto e registrare consapevolmente il fatto che molte cose non vanno bene, ma rimarranno così e nessuno le cambierà.

Qualcuno la chiamerebbe urgenza. Io non so come chiamarla. Termine roboante. Preferisco guardare.

Aveva un altro titolo, un titolo pettinato fatto apposta per voi, vi avrebbe attratto, qualcuno mi avrebbe detto ma che cazzo scrivi! Sbattere parole con enfasi e togliere quel rispetto nel guardare è lo scopo fondante di questo progetto.

Atto primo: ho eseguito una semplice caricatura di quello che vedevo.

Una caricatura poiché “io non lo avrei fatto così” – ma non dovevo riprodurre, solo registrare con ironia. Potrei usare i termini esagerazione, deformazione, eccesso ma nei 25 disegni ho usato il banale prendere nota. Confermare che non cambierà nulla e facciamoci su un lavoro, artistico come direbbe la maestra.

Con la voglia bohemien che non ha mai contraddistinto il mio lavoro ho preso un cavalletto e ho disegnato dal vero con l’ordine maniacale e minuzioso che, invece, conosco molto bene. Ho preso nota e composto un grande libro.

Secondo atto: un libro, l’oggetto più comune che tutti accumulano, un contenitore di sapere, i tanti archivi di pagine che continuamente noi artisti consultiamo, un libro per mio padre che ne è un collezionista accanito.

Troverete un trattato, il mio trattato sul guardare, prende atto, registra e dai andiamo avanti che va bene così e un foglio! Terzo atto: un grande foglio di carta fatto a mano, per creare un limite, non solo nel materiale ma soprattutto nel pensiero. Infine troverete uno schedario, sull’ordine, sull’impilare e sull’organizzare, nel quale sono state divise tutte le carte trovate e riadattate. Sessanta fogli di cellulosa fatti da me, cavie da laboratorio, che hanno reso possibile lo studio sul colore, materiale, texture, sulla struttura e sulla creazione. Disposte su una mensola come mettereste i vostri libri.

Da dove arrivano?

  • da un’agenda del 1984 e diari scolastici,

  • da foglietti di istruzioni delle sorpresine kinder,

  • da carte da parati ingiallite e carta da pacchi usata,

  • da biglietti del pullman usati in città straniere, lettere e fogli dei servizi in CRI,

  • da fumetti, settimane enigmistiche terminate e carta fotocopiata,

  • da spartiti musicali e cartine,

  • da pagine gialle bianche e tuttocittà,

  • da soldatini e indiani di carta,

  • da appunti su partite di subbuteo, quaderni a righe della terza elementare e carta invecchiata a quadretti,

  • da sacchetti di coriandoli e stelle filanti,

  • da giornali dell’arte, volantini e mappe geografiche,

  • da fogli di registri scolastici e schede compilate di prestiti bibliotecari,

  • da inviti di preview, sussidiari, quaderni scientifici, libri di fisica e quaderni sullo spazio,

  • da protocolli per acquisti di titoli bancari e libretti di istruzioni,

  • da tovagliette e quadernetti per il montaggio dei giochi,

  • bugiardini senza pillole.

Nessuna foto solo parole scritte.

Cosa hanno in comune questi tre atti? (Primo) essere carta. (secondo) essere ricerca. Terzo guardatevi in tasca e contate quanti foglietti inutili avete; anche voi siete degli accumulatori.

Elena Tortia

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Innaturalia 2016 http://www.galleriamoitre.com/innaturalia-2016/ http://www.galleriamoitre.com/innaturalia-2016/#respond Thu, 12 May 2016 07:58:05 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=1691 INNATURALIA 2016

Andrea Famà | Dario Timpani | Elena Tortia

 

Inaugurazione 15 maggio 2016 | h 16

Regione Perno 52 | Comune di Castell’Alfero (AT)

 

 

Dal 2014, l’Associazione Amici del Roseto della Sorpresa e la Galleria Moitre di Torino collaborano per incoraggiare i giovani artisti contemporanei a lavorare sui temi del paesaggio e del giardino. Viene così rinnovato lo stretto legame che intercorre tra arte e paesaggio in un contesto, quello di un giardino, che a sua volta è già in qualche modo uno spazio espositivo, nel quale al posto di veri e propri oggetti artistici viene ospitata la collezione di rose botaniche e antiche raccolte da Piero Amerio, professore emerito dell’Università di Torino e Alfiere del Paesaggio.

 

Quest’anno sono stati scelti tre artisti, Andrea Famà, Dario Timpani e Elena Tortia, provenienti da contesti di ricerca diversi fra loro (scultura, installazione, video, performance), che hanno convissuto e sperimentato nuove possibilità espressive, tramite l’esplorazione del territorio (il castello e il museo di Castell’Alfero, Palazzo Gazzelli ad Asti, la Basilica di Montemagno, la Chiesa Romanica di Madonna della Neve, le colline del Monferrato) e gli incontri con varie persone: lo stesso Piero Amerio, Marco Devecchi, docente presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Torino e Presidente dell’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano, Giovanni Currado, delegato del FAI di Asti, gli artisti Andrea Caretto e Raffaella Spagna, Licia Michelangeli, docente di Storia dell’Arte presso l’Accademia di Brera, e gli studenti della classe di scultura della docente Ornella Rovera, dell’Accademia Albertina di Torino.

 

Le opere, che saranno visitabili al Roseto per tutta la stagione d’apertura estiva, sono state realizzate sul posto, e mantengono un forte legame con l’ambiente del giardino, nel quale sono immerse e con il quale dialogano visivamente e concettualmente.

 

Per il 2016 è stato inoltre organizzato un secondo appuntamento:

 

Innaturalia al Castello

LINDA CARRARA | ERACLE DARTIZIO | ANDREA FAMà | ANNA IPPOLITO | FEDERICA PAYROLO | ARTSIOM PARCHYNSKI |ILENIA SPANò | DARIO TIMPANI | elena tortia | NADIR VALENTE | MARZIO ZORIO

 

Inaugurazione 22 maggio 2016 | h 15

Piazza Castello, 2, 14033 | Comune di Castell’Alfero (AT)

 

Nelle sale storiche e da poco restaurate del Castello dei Conti Amico un tributo agli artisti che hanno partecipato alle 3 edizioni di Innaturalia (2014-2015-2016)

 

 

Il progetto è a cura di Viola Invernizzi.

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Deboli al punto giusto – Elena Tortia, Chiara Bagnasco, Loredana Tobia http://www.galleriamoitre.com/deboli-al-punto-giusto-elena-tortia-chiara-bagnasco-loredana-tobia/ http://www.galleriamoitre.com/deboli-al-punto-giusto-elena-tortia-chiara-bagnasco-loredana-tobia/#respond Mon, 17 Nov 2014 15:04:45 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=1268 Performance live

 21 novembre ore 18,30

La Galleria Moitre è lieta di presentare la  performance live delle artiste Elena Tortia, Chiara Bagnasco, Loredana Tobia, dove appariranno con sul capo tre opere figlie ed immagine al tempo stesso della loro personale ricerca artistica prima del progetto Camera707.

Il peso che ne deriverà farà si che il fisico sia messo a dura prova e nel contempo genererà uno scivolamento della persona sempre più verso il basso.

 

Chiara Bagnasco sarà impegnata a sorreggere la sua casa, ricostruito secondo un fedele modellino in scala 1:200, simbolo della sua necessità di abitare.

 

Lo stesso desiderio la accomuna ad Elena Tortia, che avrà sulla testa una mappa topografica di Torino (città che la ospita e che continua a vederla protagonista) in scala 1:1000, avvolta su se stessa.

 

Loredana Tobia invece indosserà una bambola di stoffa, trasfigurazione del proprio corpo

 

Durante la performance (che avrà durata variabile ed imprevedibile siccome le artiste si cimenteranno anche con e contro loro stesse) saranno presenti anche tre tele di piccole dimensioni, con tre frasi che rappresenteranno il lavoro delle componenti del progetto Camera707:

 

 

  • L’arte non è il mio forte
  • La cucina non è il mio forte
  • La Nike non è il mio forte

 

 

 

Il progetto è a cura di Elena Tortia, Chiara Bagnasco e Loredana Tobia

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