26 settembre – 25 ottobre 2014
Oggi sappiamo che abbiamo tutti la stessa origine. siamo tutti fatti della stessa materia costruita dalle stelle esplodenti, per cui il concetto di fratellanza universale va esteso veramente a tutti i viventi dell’universo, tutti sono il nostro prossimo
Margherita Hack
La Galleria Moitre è lieta di inaugurare il nuovo anno espositivo con la personale di Anna Ippolito, che presenterà un progetto sviluppato attorno alla riflessione sui rapporti tra l’uomo e l’Universo, e alle associazioni sviluppate dalla nostra mente di fronte alle immagini.
“Nevo” è il termine italiano corretto per quello che volgarmente chiamiamo neo, e che l’artista trasforma in una connessione tra il corpo umano e la dimensione cosmica. Al centro dei lavori qui esposti vi è infatti la mappatura dei nei di diverse persone, elaborata in vari momenti e attraverso performance, video e fotografia; in tutti i casi l’osservatore si troverà di fronte a un’opera che è indefinibile nel suo essere ma allo stesso tempo un ritratto fedele di una traccia personale ed irripetibile del corpo di ciascuno e una mappa astrale di immaginari elementi celesti, che ci riconducono a intrecci, collegamenti e dirette discendenze.I lavori sono il frutto di una ricerca che dura da oltre un anno, e sono stati elaborati in parte a Torino e in parte durante la residenza presso il Roseto della Sorpresa (Castell’Alfero, Asti) nel maggio di quest’anno.
La visione sviluppa in tutti la capacità di osservare, di catturare le immagini e archiviarle nella memoria. questo dà la possibilità di analizzare ciò che ci circonda, attraverso una continua comparazione tra le svariate informazioni visive, in modo speculativo, riflessivo. La scoperta di analogie e differenze che risultano da queste comparazioni accrescono la consapevolezza di ciò che ci circonda e quindi anche di noi stessi. Ogni azione dell’uomo è stata mossa, nel tempo, dalla sua fame di accrescere questa conoscenza, per cercare di rispondere alle domande più intime e fondamentali.Gli antichi popoli hanno alzato gli occhi al cielo e li hanno proiettato le loro storie, visualizzandole attraverso l’unione di quei punti luminosi che sovrastavano le loro notti.
In quel momento ha avuto inizio il processo di scoperta. Anna Ippolito