Inaugurazione: 12 aprile ore 18,30
Esposizione: 13 aprile – 28 maggio 2019
Una palma, una scala e una cascata meccanica è l’installazione di Fabrizio Milani a cura di Simona La Neve e ospitata presso la galleria Moitre a Torino dal 12 aprile al 28 maggio. Oggetti di scena, ombre proprie e portate trasformano lo spazio espositivo con la doppia identità di un backstage teatrale e di una platea di attori inconsapevoli. Una palma, una scala e una cascata meccanica occupa tutto lo spazio della galleria con quinte teatrali in pvc e marchingegni ingegnosi in ferro, stoffa, ceramica ed altri materiali residuali provenienti dallo studio dell’artista. La prima sala della galleria ci accoglie in un ambiente illuminato solo da una luce a incandescenza. Si definisce la proiezione di una messa in scena: ombre che non sempre raccontano il vero; nascondono santificazioni, deliri messianici e trabocchetti della visione. Il perno concettuale dell’installazione è generata da un fiume o torrente.
Tessuti pop, anziché acqua, a causa del dislivello, precipitano invece di scorrere, per simboleggiare la caduta, sempre più consapevole di miti e icone della modernità geopolitica. I frame che ruotano attraverso le bobine della cascata sono un osservatorio privilegiato delle illusioni ingannevoli del particolare momento storico. Il percorso della galleria conduce ad un altro ambiente: un magazzino teatrale. Sulla parete di sfondo sussistono stampe fine art 20×20 su alluminio insieme a manifesti su carta. Una palma, una scala e una cascata meccanica è il luogo caotico in cui corsi e ricorsi storici si mescolano in una narrazione che spinge alla messa in discussione delle nostre credenze.
Biografie
Simona La Neve curatrice indipendente con base a Milano. Si laurea in Architettura con una tesi sulle tratte urbane e mercantili a Istanbul. Svolge la libera professione e collabora con l’Istituto Nazionale di Urbanistica (2014); con Temporiuso del DASTU, Politecnico di Milano (2015) e con i Bocs Art-Residenze artistiche Internazionali (2014-2017, Cosenza). La sua ricerca si struttura intorno ai temi dell’identità sociopolitica degli organismi urbani e territoriali come pratica privilegiata rivolta all’arte contemporanea nella sfera pubblica.
Fabrizio Milani (1988) vive e lavora tra Varese e Milano. Si diploma in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze e attualmente frequenta il Biennio in Arti visive e studi curatoriali, presso NABA, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Realizza installazioni, architetture e sculture in cui si rintracciano miti e personaggi dell’immaginario teatrale e circense. Influenzato dalla filosofia di Hans-Georg Gadamer e Guy-Ernest Debord, struttura la sua ricerca sui temi dell’autenticità scardinando giochi senza regole nel tentativo di disinnescare i codici nascosti dell’esistenza.