2022 – Galleria Moitre http://www.galleriamoitre.com Galleria d'Arte a Torino Fri, 07 Feb 2025 08:58:58 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.26 Irene Dionisio – Geologia di un padre http://www.galleriamoitre.com/irene-dionisio-geologia-di-un-padre/ http://www.galleriamoitre.com/irene-dionisio-geologia-di-un-padre/#respond Fri, 21 Oct 2022 10:05:00 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2606 Irene Dionisio

Geologia di un padre”

Inaugurazione: 3 novembre dalle ore 18.30

Esposizione: 4 novembre 2022 – 19 febbraio 2023

Come si possa soppesare un padre è una questione d’innaturale complessità. Nell’attuare il proposito, il cervello, per lunghi tratti di arrampicata interpretativa, annaspa. Perde la connessione tra ciò che dovrebbe analizzare e l’accaduto o la vita. L’esistenza di un lui: il primo, l’autentico, l’ingombrante, il riferimento, il precedente, il paragone. Quante parole pur non vestendo perfettamente sembrano dover esser adoperate per sentirle minori, insufficienti. E ancora aggiungerne. Per poi, un giorno comune, sottrarne. Perché qualsiasi elemento o avvenimento che abbia posseduto il privilegio d’essere totalizzante, con il passare degli anni viene scorporato in un numero di domande potenzialmente interminabile, per ottenerne una grana più fine possibile, giungendo a comprendere. Irene Dionisio (Torino, 1987) ha conosciuto un padre, un uomo che ha acquisito un ruolo, che lo ha implementato e compreso ed esercitato. I due si sono confrontati, si sono adattati ed hanno vissuto e convissuto fino a quando del maschile è rimasta una marca da trasportarsi in altri luoghi, che la figlia ha assunto e interrogato. Oggi il padre è sempre padre, la figlia è sempre figlia. Se degli originali ruoli si è compreso le implicazioni, è il loro sviluppo a richiedere azioni. Il mezzo dell’arte e dell’analisi nella forma dello strumento dello psicodramma, comportano la predominanza di medium molteplici, in un ovvio, iniziale, tentativo di superamento. È nell’uccisione simbolica del padre la ragione ma è nella sua progettazione l’elaborazione di una coscienza che l’artista cura con particolare attenzione, sottoponendola al bilanciamento con la propria esistenza. Se ne ricava un salutare panorama provvisorio, composto da immagini, oggetti, sonorità, ricordi, abbozzi e stimolanti tentativi di interpretazione. Nulla di ciò che si adocchia è nel suo concetto autentico di “finitezza”. Da questo sostantivo, pacatamente femminile, si procederà, quando e a tempo personale, per impratichirsi nell’assimilazione dei concetti appresi, che spetteranno unicamente alla figlia, alla nuova (di nuovo nuova) donna che l’esperienza adatterà al mondo circostante. Questa esposizione è una circostanza umana d’insopprimibile acume, innegabilmente destinata a portare desideri di scrittura, di video, di fotografia, di scultura, di dialoghi, d’interpretazioni provvisorie quanto possono esserlo delle parole raminghe ripassate nella mente.

]]>
http://www.galleriamoitre.com/irene-dionisio-geologia-di-un-padre/feed/ 0
Marco Gobetti | Un carnevale per Sole e Baleno | Spettacolo teatrale http://www.galleriamoitre.com/marco-gobetti-un-carnevale-per-sole-e-baleno-spettacolo-teatrale/ http://www.galleriamoitre.com/marco-gobetti-un-carnevale-per-sole-e-baleno-spettacolo-teatrale/#respond Wed, 21 Sep 2022 15:20:02 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2600 Un carnevale per Sole e Baleno | strad-rama

di e con Marco Gobetti

30 settembre ore 20.30 – Galleria Moitre

Un carnevale per Sole e Baleno” di Marco Gobetti (Edizioni SEB27, 2015) è un copione teatrale che evoca le figure di Maria Soledad Rosas (Sole) e Edoardo Massari (Baleno).
Sole e Baleno si sono mascherati per andare insieme a una sfilata di Carnevale: lei è un grillo, lui un maiale. Ma non andranno alla sfilata, rimarranno in casa, perché c’è un tempo per tutto e loro quel tempo lo faranno passare raccontandosi i segreti, l’amore, il carro finto, la curiosità, la grammatica, i sogni, persino il carro vero. Perché Sole e Baleno scelgono di parlarsi in maschera, cercando il tempo utile a un racconto che superi presente, passato e futuro? Quale racconto passa, fra la loro morte e la lotta dei valligiani contro il TAV? Quale racconto lega la loro morte a ciascuno di noi e a una nostra libertà possibile? E la loro piccola storia privata alla grande storia universale? “Un carnevale per Sole e Baleno” è un’onirica pièce teatrale che, evitando scrupolosamente di dare risposte, offre strumenti e scatena in ciascuno l’urgenza di cercarle. Occorre che ognuno trovi la sua, pare recitare l’epilogo: anche «voi / giusti / che / leccate / dietro un vetro / voi poeti nati stanchi / senza rischi voi / che tutti quanti / voi il rischio no».

L’autore testa pubblicamente la sua drammaturgia (strad-rama) e, per farlo, accetta l’aiuto di lettori estemporanei, attrici/attori o no che siano, per un utile confronto rigenerante.

Per prenotazione e informazione: 3381426301 – info@galleriamoitr.com

]]>
http://www.galleriamoitre.com/marco-gobetti-un-carnevale-per-sole-e-baleno-spettacolo-teatrale/feed/ 0
Lavinia Raccanello – Curiosità e Anarchia | 15 settembre – 20 ottobre 2022 http://www.galleriamoitre.com/lavinia-raccanello-curiosita-e-anarchia/ http://www.galleriamoitre.com/lavinia-raccanello-curiosita-e-anarchia/#respond Thu, 08 Sep 2022 13:17:32 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2588 Inaugurazione: 15 settembre | orario 15 – 23

Esposizione: 16 settembre – 20 ottobre 2022

15 – 16 – 17 settembre per Exhibi.To aperti dalle 15  alle 23

Un secondo tempo, per un esposizione, è per logica o una riproposizione oppure un evoluzione. “Esercizi di stile 1998”, personale di Lavinia Raccanello, svoltasi tra gennaio e febbraio, ha consentito all’artista di ampliare il proprio interesse creativo, portandola ad implementare le conoscenze e le possibilità, legate ai fatti di quasi un quarto di secolo fa, inerenti alla narrazione degli accadimenti accorsi alle figure di Maria Soledad Rosas (conosciuta come Sole), Edoardo Massari (Baleno) e Silvano Pelissero. “Curiosità e Anarchia”, è la naturale conseguenza di un processo di ricerca in continuo implementarsi e che ha permesso, grazie ad aspetti creativi, giornalistici, informativi, teatrali, di giungere ad una nuova tappa della conoscenza, su avvenimenti e retroscena, che solo di recente, stanno incontrando un analisi storica e quanto più oggettiva.

Complicato è tenersi buona un’idea per più di un giorno. Per sua stessa formazione è soggetta alla corruzione dei tempi e se proviene da distante, ha già più volte deviato dal solco originario oppure si è infittita di sottotesti. Basta che abbia passeggiato tra le persone, assumendone tutta la precarietà e si sia fatta colonizzare dalla cultura predominante. Perché ciò avvenga, nel minor tempo disponibile, è comunemente adoperato un amplificatore di messaggi (l’arcinota “grancassa”) per mezzo di parola, suggestioni, informazioni, notizie, scrittura, dicerie, congetture o indecise ipotesi. Chi espande il messaggio ne ha anche già corrotto il senso perché ne ha fornito uno solo o una minima parte della sua interpretazione. Così il pensiero diventa poco più che un esercizio (“di stile”, seguendo Raymond Queneau). La metodologia la possiamo applicare ovunque, soprattutto a corto raggio, comprovandone gli effetti in modo diretto. Per esempio per l’anno 1998 dove l’artista ha deciso di porre la sua attenzione. Per esser ancor più precisi, per setacciare ancor meglio, in una vicenda che ha coinvolto tre persone: Maria Soledad Rosas (conosciuta come Sole), Edoardo Massari (Baleno) e Silvano Pelissero che nel millenovecentonovantotto furono accusati di azioni di matrice ecoterrorista principiati nell’agosto di due anni prima. Una storia che è una ma che nel linguaggio è difforme. Articoli di giornale, testimonianze, atti giudiziari, lettere, scartafacci, documenti sparsi concorrono a disinibire ogni istinto di sentenza. Declamano invece una condizione storica dove la società si muoveva secondo determinate rotte, non tutte disinteressate, alcune accettabili, altre interpretate, di certo sparse per termini o concetti dal poderoso apparato mediatico di cui oggi, noi, malcapitati abitanti pandemici, ci troviamo nuovamente a soppesarne l’efficienza. L’architettura dotta della Raccanello è una calibrazione storica e contemporanea, ironica quanto basta, della consapevolezza della nostra società lumeggiata tramite parole, in fronte alle notizie che rendono la quotidianità un tassello storico il giorno successivo e che dì dopo dì, trasformano le realtà in giudizio critico nei confronti di fatti, persone, vicende, situazioni.

]]> http://www.galleriamoitre.com/lavinia-raccanello-curiosita-e-anarchia/feed/ 0 Francesco Sollazzo – Spaziale http://www.galleriamoitre.com/francesco-sollazzo-spaziale/ http://www.galleriamoitre.com/francesco-sollazzo-spaziale/#respond Tue, 07 Jun 2022 13:12:13 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2582 Spaziale
Francesco Sollazzo

Inaugurazione 18 giugno ore 17.00

18 giugno – 7 settembre 2022

Sabato 18 giugno, dalle ore 17.00, la Galleria Moitre è lieta di presentare Spaziale, la prima personale a Torino di Francesco Sollazzo (Melzo (Milano), 1987).

Partendo dalla figura dello scrittore e giornalista Peter Kolosimo, – di cui nel 2022 cade il centenario della nascita – profilo centrale e trait d’union all’interno della narrazione della mostra, l’artista espone un corpus di opere realizzate con medium differenti, che trattano temi quali l’archeologia misteriosa, la teoria degli antichi astronauti, la fantascienza ed il fantastico; richiamando ed evocando luoghi legati alla ‘Torino magica’ come la Val di Susa ed il Monte Musinè, e personalità artistiche torinesi storiche marginalizzate come i Surfanta (Abacuc, Lorenzo Alessandri, Enrico Colombotto Rosso, Giovanni Macciotta, Mario Molinari).

Ricoprendo in modo fluido la figura di artista-curatore-collezionista-editor, Francesco Sollazzo spazia tra fiction e autofiction, creando collaborazioni con i vivi e con i morti e allestendo una mostra nella mostra.


L’esposizione è accompagnata da testi di Eleonora Fascetta, Davide Gambaretto, Giulia Perrucci.

Francesco Sollazzo (Melzo (Milano), 1987), vive a lavora a Torino.
L’opera d’arte come dispositivo mitico, la memoria, l’amore, i legami, la ripresa e riattivazione di riti e costumi popolari, l’appropriazione e riproduzione di materiale preesistente in dialogo con la storia dell’arte ed i suoi fantasmi, sono le tematiche alla base della ricerca dell’artista. Un’eterogeneità di medium (video, audio, fotografia, testo, azioni, libri, oggetti, collezioni) e approcci progettuali tesi verso un concettualismo romantico. Ha partecipato a residenze artistiche e workshop ed ha conseguito presenze in mostre collettive e personali presso: Fondazione Amleto Bertoni, Saluzzo (CN); Osservatorio Futura, Torino; Ramdom, Gagliano del Capo (LE); Like A Little Disaster, Polignano a Mare (BA); Museo del Novecento, Milano; Fondazione Pietro Rossini, Briosco (MB); Careof e Viafarini, Milano; Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea, Matera.

Orari:
La mostra è visitabile dal mercoledì al venerdì dalle 16 alle 19, in altri giorni e orari su appuntamento.

Contatti
www.galleriamoitre.com
info@galleriamoitr.com

]]>
http://www.galleriamoitre.com/francesco-sollazzo-spaziale/feed/ 0
Stefano Fontana – Viridarium http://www.galleriamoitre.com/stefano-fontana-viridarium/ http://www.galleriamoitre.com/stefano-fontana-viridarium/#respond Mon, 25 Apr 2022 16:02:32 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2520 Inaugurazione: 6 maggio dalle ore 16

Esposizione: 7 maggio – 5 giugno 2022

I presupposti del dipingere appartengono spesso ad un campo creativo che si costruisce nella consapevolezza di un percorso di studio calibrato e attento verso molteplici modelli. All’interno di questo labirinto culturale o spazio della mente, l’artista si muove alla ricerca di conferme ma spesso cerca anche di allontanarsene per poi rincasare continuamente, determinando una distanza che si vorrebbe sempre più grande con il passare delle stagioni. Si tratta di un desiderio ( da parte del pittore ) che vorrebbe ricostruire una spontaneità e spesso una freschezza nel gesto e nella campitura che appartengono solo a pochi. Di quanto sapere accumulato necessiti ad un uomo per creare è questione imponderabile e non decifrabile di fronte a qualsivoglia calcolo tecnico e progettuale, ma ha un valore per noi il trovarne una percentuale in ogni opera d’arte ultimata o battezzata come tale. Forse, e implementiamo l’avverbio con altre insicurezze, analizzando il prodotto finale si è meno claudicanti nell’assegnare appartenenze di scuola, d’origine, di tecnica o d’influenza. Stefano Fontana mi è sembrato da subito un autore generativo che si confronta con la ciclicità fenomenica della natura e la ricerca di possibili strutture nascoste che le appartengono; in seguito l’impressione repente si è calcificata nelle ulteriori conversazioni che abbiamo avviato, in città e contesti differenti. Ai suoi scritti e alle sue parole, ho sempre attribuito l’attenzione di chi non solo sa fare ma di chi cerca il granire nell’estradare oggetti di fattura pregiata. Non avrei potuto utilizzare altro verbo, almeno per l’abbrivio, se non granire che s’impersona adeguatamente seguendo i passi da materia densa e ricca di particolari concepita dapprima in uno stadio di latenza mentale, fino al riporto su tela attraverso trascrizione grafica. Mi spalleggiano, in corsivo, le sue considerazioni che in fase di progettazione curatoriale ho preteso mi rilasciasse per aiutarmi nel tragitto di avvicinamento al suo operato. Si tratta di un accostamento che vede nello sviluppo e nella formazione in riduzione, per merito di nervature essenziali e linee di forza principali, l’albeggiare del “disegno nascosto” e dell’ immagine latente. Che io abbia spontaneamente citato il “nervo” come principiante di struttura, mi ha permesso un affiancamento. Dalle prime battute delle nostre discussioni in studio, avevo adocchiato un reticolo progettuale per nulla supposto nei suoi lavori. Quel narrare di sostanza quasi opalina o ialina, era invero una precondizione ma non un ammansimento all’impossibilità della rappresentazione. C’e in Fontana una chiara ricerca nella gamma dei segni e nella definizione di un corpo formale e compositivo che non è solo idea ben temperatama bensì la strada portante che conduce alla delineazione della nuova immagine. E questa nuova venuta non è solo gestione della casualità ma anche ricerca all’interno della disciplina pittorica. La mano ha una sua mente, lo sostengo da sempre e con svariate cangiature, e il lavoro di Stefano ne è la più classica delle prove. Lui stesso me lo dice, lo verga e lo puntualizza visto che la pittura è un arte marziale che abbisogna dell’intero corpo umano, perché senza l’occhio che “vigila” il sistema di forgiatura s’impantana. Così l’educazione del “fare” si muove verso ogni scalino della realizzazione ; si amalgama con il giusto punto d’imperfezione che ad ogni compito umano si palesa. Mi era chiaro fin dai primi passi che Fontana non volesse imitare la natura o che non ne fosse assillato come taluni che stentano nel riconoscersi in una sua rappresentazione oleografica.

Infatti non c’è nel suo tragitto alcuna forzatura compositiva, nessun tendere alla copiatura e chiunque osservasse i suoi lavori non deve intendere nemmeno per un istante che si voglia armeggiare con il banale nascosto nelle proposizioni umane sul tema naturale. Senza considerare che quel grammo d’imprevedibilità che ancilla il mandato artistico di Fontana è spesse volte un deposito di impulsi, atto preparatorio alla costruzione della forma che si delinea verso una faticosa pratica di miglioramento; ben al di sopra delle spurie considerazioni sul corretto o lo sbagliato.

Questa esposizione fa seguito alla vittoria di Stefano Fontana del premio galleria nell’ambito del premio “Be Natural Be Wild” promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella.

]]>
http://www.galleriamoitre.com/stefano-fontana-viridarium/feed/ 0
Giulia Cotterli – Ho fottuto le stelle (?) http://www.galleriamoitre.com/giulia-cotterli-ho-fottuto-le-stelle/ http://www.galleriamoitre.com/giulia-cotterli-ho-fottuto-le-stelle/#respond Wed, 02 Mar 2022 14:36:51 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2515 La Galleria Moitre ospita a partire dalle ore 16:00 dell’11 marzo 2022 la prima mostra personale dell’artista Giulia Cotterli, Ho fottuto le stelle (?), a cura di Federico Palumbo.

Le opere, tutte inedite, saranno ospitate negli spazi della galleria fino al 23 aprile 2022.

Quando pensiamo al futuro ci aggrappiamo ai ricordi del passato. Questi, in realtà, svolgono ruolo di sceneggiatura vera e propria. Nel senso che sono sempre frutto di una ricostruzione mentale, dettata da diverse corrispondenze, attuali e non. La narrazione è di per sé composita e, come tale, ha elementi rielaborati, rivisti, rimescolati. Sulla base di ciò, non risulta difficile pensare quanto la previsione di uno scenario futuro sia un rimescolamento di ciò che è avvenuto, realmente o in maniera del tutto pilotata dalla soggettività, nel passato.
Giulia Cotterli parte da queste considerazioni per sviluppare il progetto espositivo. La ricerca dell’artista affronta il tema della memoria e ciò che essa è per l’individuo. Nonché il ruolo che svolge all’interno della nostra vita e della nostra formazione come individui. Ovviamente, il grande filtro è rappresentato dalla biografia: come si può parlare di questi temi e in questi termini senza sezionare la propria di memoria?

In occasione dell’opening verrà anche presentato il catalogo della mostra con i contributi testuali di Marta M. Acciaro, Giuseppe Arnesano, Giacinto Di Pietrantonio, Federica Fiumelli, Linda Fossati, Olga Gambari e Federico Palumbo.

]]>
http://www.galleriamoitre.com/giulia-cotterli-ho-fottuto-le-stelle/feed/ 0
Lavinia Raccanello – Esercizi di Stile 1998 http://www.galleriamoitre.com/lavinia-raccanello-esercizi-di-stile-1998/ http://www.galleriamoitre.com/lavinia-raccanello-esercizi-di-stile-1998/#respond Mon, 10 Jan 2022 09:50:47 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2494 Inaugurazione 21 gennaio dalle ore 16.00

Esposizione: 22 gennaio – 28 febbraio 2022

 

Complicato è tenersi buona un’idea per più di un giorno. Per sua stessa formazione è soggetta alla corruzione dei tempi e se proviene da distante, ha già più volte deviato dal solco originario oppure si è infittita di sottotesti. Basta che abbia passeggiato tra le persone, assumendone tutta la precarietà e si sia fatta colonizzare dalla cultura predominante. Perché ciò avvenga, nel minor tempo disponibile, è comunemente adoperato un amplificatore di messaggi (l’arcinota “grancassa”) per mezzo di parola, suggestioni, informazioni, notizie, scrittura, dicerie, congetture o indecise ipotesi. Chi espande il messaggio ne ha anche già corrotto il senso perché ne ha fornito uno solo o una minima parte della sua interpretazione. Così il pensiero diventa poco più che un esercizio (“di stile”, seguendo Raymond Queneau). La metodologia la possiamo applicare ovunque, soprattutto a corto raggio, comprovandone gli effetti in modo diretto. Per esempio per l’anno 1998 dove l’artista ha deciso di porre la sua attenzione. Per esser ancor più precisi, per setacciare ancor meglio, in una vicenda che ha coinvolto tre persone: Maria Soledad Rosas (conosciuta come Sole), Edoardo Massari (Baleno) e Silvano Pelissero che nel millenovecentonovantotto furono accusati di azioni di matrice ecoterrorista principiati nell’agosto di due anni prima. Una storia che è una ma che nel linguaggio è difforme. Articoli di giornale, testimonianze, atti giudiziari, lettere, scartafacci, documenti sparsi concorrono a disinibire ogni istinto di sentenza. Declamano invece una condizione storica dove la società si muoveva secondo determinate rotte, non tutte disinteressate, alcune accettabili, altre interpretate, di certo sparse per termini o concetti dal poderoso apparato mediatico di cui oggi, noi, malcapitati abitanti pandemici, ci troviamo nuovamente a soppesarne l’efficienza. L’architettura dotta della Raccanello è una calibrazione storica e contemporanea, ironica quanto basta, della consapevolezza della nostra società lumeggiata tramite parole, in fronte alle notizie che rendono la quotidianità un tassello storico il giorno successivo e che dì dopo dì, trasformano le realtà in giudizio critico nei confronti di fatti, persone, vicende, situazioni.

]]>
http://www.galleriamoitre.com/lavinia-raccanello-esercizi-di-stile-1998/feed/ 0