2019 – Galleria Moitre http://www.galleriamoitre.com Galleria d'Arte a Torino Fri, 07 Feb 2025 08:58:58 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.9.26 Bulk – Niccolò Calmistro / Polisonum http://www.galleriamoitre.com/bulk-niccolo-calmistro-polisonum/ http://www.galleriamoitre.com/bulk-niccolo-calmistro-polisonum/#respond Sun, 01 Dec 2019 10:38:29 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2246 Niccolò Calmistro        Polisonum

Bulk

A cura di Francesca Arri e Miriam Corona

Vernissage 13.12.19 H.18:30

fino al 22.02.20

Bulk è il nuovo progetto che la Galleria Alessio Moitre dedica al giovane artista Niccolò Calmistro e al collettivo romano Polisonum.

Bulk, che letteralmente significa massa, è un termine usato nella teoria delle stringhe per definire l’iperspazio in cui si troverebbero i cosiddetti mondibrana: dimensioni alternative, membrane appunto, opposte alla realtà tridimensionale che percepiamo. La galleria diventa così luogo di sperimentazione: le opere sono progetti che coinvolgono il fruitore su più livelli invitandolo a partecipare ad unesperienza multisensoriale. Niccolò Calmistro annulla lo spazio con l’uso della luce immergendo il fruitore in una dimensione onirica in bilico tra la quiete e il moto, segnando un orizzonte immaginario, che muovendosi, traccia il tempo dividendolo in attimi che vanno dalla pace alla tensione, persi naufragando, come in balia della marea. Attraversando la prima sala entriamo nella Project Room, dove i Polisonum presentano Doppelkonzert, una struttura totemica che si staglia, nera e imponente, davanti al pubblico che è invitato a partecipare ad un “concerto” per due persone alla volta: la scultura infatti si nutre dei suoni ambientali, naturali o artificiali che siano, presenti nello spazio che la circonda e, isolando la fruizione tramite cuffie, restituisce l’elaborazione del suono in un concerto per due, trasportando lo spettatore in una realtà sonora alterata, attraverso un’esperienza intima e irripetibile, condivisa solo con unaltra persona.

L’invito è quello di perdersi nell’esperienza che il progetto offre: non limitandosi al mostrare, vuole che il pubblico viva lo spazio, lo condivida e lo esplori, sperimentando attraverso le opere frutto dell’ingegno dei nostri artisti, dove arte e scienza si mescolano per fornire gli strumenti di analisi delle dimensioni del reale.

Niccolò Calmistro (Torino, 1993) nasce come scultore nella classe di Mario Airò dove sviluppa il gusto per la bellezza dell’arte classica, come per il gesto tecnico. Il percorso artistico si arricchisce della ricerca scientifica, nell’uso della materia e al contempo della sua astrazione, portando la visione dell’artista su un piano altro, a metà tra il calcolo matematico e la pura concretezza visiva. Studente dell’Accademia Albertina delle Belle Arti stà cominciando il suo percorso all’interno di prestigiose vetrine nazionali come la Fondazione Bevilacqua La Masa, Castello di Rivara, Castello di Govone, il Premio Nazionale delle Arti e si è appena conclusa la sua prima mostra personale a Spazio Ferramenta per Nesxt Independent Art Festival.

Polisonum Il collettivo romano, formato da Filippo Lilli (1987), Donato Loforese (1984) e Federico Peliti (1983), interseca diverse discipline – quali le arti visuali, l’ingegneria del

suono e la tecnologia. Pone al centro della propria pratica la relazione con lo spazio e i flussi sonori che lo animano, punto di partenza per ogni ricerca, per la realizzazione di installazioni

che, concepite come opere aperte, si offrono all’interazione del pubblico e a una dimensione partecipativa, caratteri che divengono parte integrante e necessaria per ogni progetto. I Polisonum hanno preso parte alle edizioni 2016 e 2017 di The Others Art Fair (Torino), diversi festival tra cui il Blooming Festival (2018) e il Romaeuropa Festival Digitalive (2018), l’edizione 2018 del Talent Prize e l’In Vitro Sound Art Exhibition di Matera (2019), che ha visto protagonista proprio Doppelkonzert.

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In occasione della rassegna NESXT, nell’ambito della settimana dell’arte contemporanea, la Galleria Moitre ospita la bipersonale degli Idem Studio e di Irene Dionisio.

Idem Studio (IDEM Studio)
“Quand’è notte la sera” (2019)
(2,50 m x 1,0 m)

Lavoro corale degli Idem Studio, collettivo composto da Ruggero Baragliu, Samuele Pigliapochi e Angelo Spatola con base a Torino. Si compone di otto tele verticali, realizzate in tecnica mista, la cui composizione unisce i linguaggi dei tre artisti. Articolato intorno al concetto di serialità, ogni pezzo compone un ritmo sequenziale che lascia alludere a una continuazione che va oltre lo spazio delle mura. I contrasti cromatici sono ammorbiditi (ma non svigoriti) e allo stesso tempo incalzati dalla matericità increspata della tela, che si increspa suggerendo una potenziale evoluzione dinamica. Le contaminazioni delle geometrie pongono l’accento su quello che è l’equilibrio dell’opera, ovvero il contrasto tra rigore astratto e composizione, qui accordati per creare la tensione che occorre a tenere tutto insieme.

Irene Dionisio
“1+1+1+1….” (2019)
Video

Opera presentata al Padiglione Piemonte nel periodo della Biennale di Venezia, prosegue la ricerca dell’artista e regista Irene Dionisio (vincitrice del Nastro D’argento Speciale alla sceneggiatura nel 2017 per Le Ultime Cose). Articolato in due video, il lavoro propone la retorica spicciola del politico medio odierno, che affabula il potenziale elettore senza promesse concrete: lo spot promozionale, con protagonista il fantapolitico Gentile, assicura agli elettori un futuro migliore (senza però spiegare come arrivarci) e visibilità in cambio di like e condivisioni, confidando nella sicurezza di sé. La diretta live, che mostra il retroscena delle riprese dello spot, permette di vedere i commenti in tempo reale di coloro che assistono, la maggior parte dei quali sono sostenitori di Gentile, che si dichiarano insoddisfatti della situazione attuale, tra volgarità ed espressioni grossolane tipiche dei social media.

ORARI
29 ottobre : 18.30 – 24
30 – 31 ottobre: 16 – 19
1 novembre: 16 – 19
2 novembre: 16 – 22
3 novembre: su appuntamento

L’evento fa parte del festival NESXT: scopri il programma su www.nesxt.org/nesxt-edizione-2019

L’evento fa parte del circuito di COLLA: www.collacontemporary.weebly.com 

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Salone: Idem Studio – Saletta: Irene Dionisio http://www.galleriamoitre.com/salone-idem-studio-saletta-irene-dionisio/ http://www.galleriamoitre.com/salone-idem-studio-saletta-irene-dionisio/#respond Thu, 26 Sep 2019 07:22:52 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2184 Inaugurazione: sabato 12 ottobre ore 18,30

Esposizione: 13 ottobre – 30 novembre 2019

Un primo doppio momento. La Galleria Moitre offre ai propri spettatori una bipersonale dalle caratteristiche differenti.

Nel Salone, la pittura degli Idem Studio, con il progetto, pensato appositamente per la galleria, “Quand’è notte la sera”, un lavoro creativo e concettuale, nato dalla volontà degli artisti Ruggero Baragliu, Samuele Pigliapochi ed Angelo Spatola.

Nella Sala Progetti la ricerca video e comunitaria di Irene Dionisio, con un lavoro di recente protagonista nella collettiva al Padiglione Piemonte nel periodo della Biennale di Venezia.

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Graphic Days Torino – Figure di Cose http://www.galleriamoitre.com/graphic-days-torino-figure-di-cose/ http://www.galleriamoitre.com/graphic-days-torino-figure-di-cose/#respond Tue, 10 Sep 2019 12:38:02 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2179 Figure di cose. 10 Libri Belli reinterpretati.

“L’occhio non vede cose, ma figure di cose che significano altre cose”, Italo Calvino

Latte Creative si mette in mostra e presenta la sua prima esposizione collettiva curata insieme a Livia Satriano in occasione dei Graphic Days Torino #InTheCity.

Abbiamo chiesto ad artisti e illustratori di giudicare un libro dalla sua copertina lasciandosi guidare solo da ciò che gli evoca. Nasce così Figure di cose. 10 Libri Belli, reinterpretati, un’integrazione fra linguaggi, forma e contenuto, passato e presente.

Giovedì 19 settembre la Galleria Alessio Moitre ospiterà 10 libere interpretazioni di 10 copertine scelte da Libri Belli, un progetto di Livia Satriano. Dalla pittura al collage, dalla fotografia al fumetto fino all’illustrazione su iPad: una libreria visiva a parete che non ha bisogno di essere catalogata.

Espongono: Cristina Amodeo, Burrnd, Disegnini, Lorenzo Gritti, Juta, Miss Goffetown, Giada Montomoli, Antonio Giovanni Pinna, Studio Fludd e Fabio Tonetto.

Ingresso gratuito 💥
Per iscrizione 👉
https://www.eventbrite.it/e/biglietti-graphic-days-torino-in-the-city-19-settembre-auroravanchigliabarriera-63640896635

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Federico Arani – De Architectura http://www.galleriamoitre.com/federico-arani-de-architectura/ http://www.galleriamoitre.com/federico-arani-de-architectura/#respond Thu, 30 May 2019 08:00:55 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2171 Federico Arani

De Architectura

a cura di Andrea M. Bassan

Inaugurazione: 12 giugno ore 18,30

Esposizione: 13 giugno – 8 settembre 2019

La Galleria Moitre è lieta di presentare De Architectura prima mostra personale di Federico Arani (Roma, 1995), giovane artista attivo tra Roma e Milano. Temprato dagli Spaghetti Western e lossessione per il Tempo, il suo lavoro pone le radici nella pittura e si dilata in una riflessione sull’immagine e sullequilibrio tra le parti che compongono lo spazio. Riflette sulle infinite architetture invisibili che si creano allinterno di un luogo attraverso i rapporti tra i particolari, tra i difetti e tra gli elementi disturbatori che interrompono la linearità ideale del vuoto tipico delle pareti. Essa stessa si dilata in una sospensione dello scorrere del tempo per poter ricercare, alla stregua di un perito forense, i suoi residui; ogni momento nascosto, dimenticato dal trascorrere del tempo, viene da lui analizzato, studiato e reinventato in una testimonianza pittorica evocativa, aprendoci le porte alla sfera demiurgica dellimmaginazione. Federico Arani è così Architettore, nella definizione Albertiana di colui che saprà con certa e maravigliosa ragione, e regola, sì con la mente, e con lo animo divisare; cioè colui che saprà disegnare con la mente una cosa, sapendola dividere nei suoi particolari e poi ideare, immaginare e stabilire cosa farci. E anche noi, con lui, dobbiamo imparare ad essere in grado di scardinare la nostra visione generica del dettaglio e del singolo per ampliarla in uno sguardo dilatato che comprende lintero sistema compositivo di un luogo e della sua presenza nella contemporaneità. Dobbiamo accorgerci delle cornici invisibili insite in esso, per poter seguire il flusso delle narrazioni ritmiche che ne conseguono, componendole, poi, con altrettanti luoghi privi di considerazione. Ritrovamenti delle faglie del tempo, dimenticati, che riescono ad aprire il nostro sguardo ad infiniti equilibri perennemente in bilico tra lentusiasmo dellindizio e le conseguenti rinnovate domande. In questa mostra pensata a stretto contatto con Giacomo Mangili (YIIXIII), musicista e sound designer che fa della sperimentazione la sua firma, ci ritroviamo immersi in un momento sospeso nel Tempo. Entriamo con loro in una di quelle faglie sconosciute, ne seguiamo il flusso ritmico degli elementi che, al suo interno, si sposano in una danza atipica, entrando e uscendo dal regno dellintangibile, creando infiniti percorsi e racconti. Possiamo ascoltare i lievi respiri di elementi scontati che diventano un monito a mettere in discussione il limite che vige tra coscienza e oggettività, riflettendo sul modo in cui luomo pone lo sguardo sulle cose; affermando in questo modo, con tenacia, la possibilità di unalternativa. Perché forse quell’azione è solo una questione di posizione, indice di come l’individuo si stia ponendo di fronte ad esse; agire sul come guardare le cose significa interrogare e cambiare il modo in cui ci si rapporta ad esse. Il nostro sguardo testimonia come noi stiamo entrando dentro le cose e come esse stiano entrando dentro di noi. Il lavoro, per Arani, è accettare di essere visti, la nostra reazione allo scorgere di quello sguardo, la nostra anelata risposta e la nostra eredità.

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Fabrizio Milani – Una palma, una scala ed una cascata meccanica http://www.galleriamoitre.com/fabrizio-milani-una-palma-una-scala-ed-una-cascata-meccanica/ http://www.galleriamoitre.com/fabrizio-milani-una-palma-una-scala-ed-una-cascata-meccanica/#respond Tue, 02 Apr 2019 07:53:34 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2148 Inaugurazione: 12 aprile ore 18,30

Esposizione: 13 aprile – 28 maggio 2019

Una palma, una scala e una cascata meccanica è l’installazione di Fabrizio Milani a cura di Simona La Neve e ospitata presso la galleria Moitre a Torino dal 12 aprile al 28 maggio. Oggetti di scena, ombre proprie e portate trasformano lo spazio espositivo con la doppia identità di un backstage teatrale e di una platea di attori inconsapevoli. Una palma, una scala e una cascata meccanica occupa tutto lo spazio della galleria con quinte teatrali in pvc e marchingegni ingegnosi in ferro, stoffa, ceramica ed altri materiali residuali provenienti dallo studio dell’artista. La prima sala della galleria ci accoglie in un ambiente illuminato solo da una luce a incandescenza. Si definisce la proiezione di una messa in scena: ombre che non sempre raccontano il vero; nascondono santificazioni, deliri messianici e trabocchetti della visione. Il perno concettuale dell’installazione è generata da un fiume o torrente.

Tessuti pop, anziché acqua, a causa del dislivelloprecipitano invece di scorrere, per simboleggiare la caduta, sempre più consapevole di miti e icone della modernità geopolitica. I frame che ruotano attraverso le bobine della cascata sono un osservatorio privilegiato delle illusioni ingannevoli del particolare momento storico. Il percorso della galleria conduce ad un altro ambiente: un magazzino teatrale. Sulla parete di sfondo sussistono stampe fine art 20×20 su alluminio insieme a manifesti su carta. Una palma, una scala e una cascata meccanica è il luogo caotico in cui corsi e ricorsi storici si mescolano in una narrazione che spinge alla messa in discussione delle nostre credenze.

Biografie

Simona La Neve curatrice indipendente con base a Milano. Si laurea in Architettura con una tesi sulle tratte urbane e mercantili a Istanbul. Svolge la libera professione e collabora con l’Istituto Nazionale di Urbanistica (2014); con Temporiuso del DASTU, Politecnico di Milano (2015) e con i Bocs Art-Residenze artistiche Internazionali (2014-2017, Cosenza). La sua ricerca si struttura intorno ai temi dell’identità sociopolitica degli organismi urbani e territoriali come pratica privilegiata rivolta all’arte contemporanea nella sfera pubblica.

Fabrizio Milani (1988) vive e lavora tra Varese e Milano. Si diploma in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze e attualmente frequenta il Biennio in Arti visive e studi curatoriali, presso NABA, Nuova Accademia di Belle Arti di Milano. Realizza installazioni, architetture e sculture in cui si rintracciano miti e personaggi dell’immaginario teatrale e circense. Influenzato dalla filosofia di Hans-Georg Gadamer e Guy-Ernest Debord, struttura la sua ricerca sui temi dell’autenticità scardinando giochi senza regole nel tentativo di disinnescare i codici nascosti dell’esistenza.

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Opening: 16 marzo, h 18.30

In concomitanza con il Sottodiciotto Film Festival (che si terrà dal 15 al 22 marzo 2019) la Galleria Moitre presenta la personale di Eleonora Manca dal titolo Vedersi visti. Un progetto site-specific inerente al tema del Festival, quest’anno dedicato alla narrazione del sé attraverso le immagini. La mostra dell’artista vedrà una riflessione sulla memoria e le metamorfosi del corpo mediante lavori distribuiti tra apparati fotografici (sia analogici sia digitali; alcuni provenienti dall’archivio personale, tra cui quattro diapositive, in Lightbox, che estrapolate dal loro contesto originario – per altro sconosciuto – restituiscono un racconto in dialogo con le opere proposte) e cinque video in relazione a oggetti e micro-narrazioni di poesia visiva e libri d’artista; il cui fulcro sarà dato da una giacca maschile appesa al rovescio in dialogo con due ritratti dalla storia familiare dell’artista. Una sorta di diario o racconto aperto all’osservatore, il quale potrà decidere il percorso più in sintonia con il proprio sentire; laddove ogni storia è una storia in cui ci si può riconoscere; laddove la storia della pelle, dei legami di sangue, delle radici è sempre automaticamente storia collettiva, archetipale e traccia per la ri-scoperta della propria identità. L’intero percorso è quindi da considerarsi un viaggio mnemonico in cui un altro possibile centro è altresì dato dal corpo stesso dell’artista che diviene esso stesso corpo neutro di una memoria che è filtro di reazione, crescita e metamorfosi.

Presentazione e testo critico a cura di Elena Marcheschi.

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Collettiva – Sospesi http://www.galleriamoitre.com/collettiva-sospesi/ http://www.galleriamoitre.com/collettiva-sospesi/#respond Thu, 07 Feb 2019 15:25:55 +0000 http://www.galleriamoitre.com/?p=2125

Inaugurazione: 15 febbraio 2019 – ore 18,30

Esposizione: 16 febbraio – 9 marzo

l

Gli artisti di Sospesi giocano col tempo cairologico.
Kairós è il tempo della Gnosi, il momento propizio, opportuno, la buona occasione. Un tempo indeterminato in cui “qualcosa” di speciale accade. Concentra su di sé i vari tempi.

È una linea tratteggiata di un tempo incoerente e disomogeneo che unisce in se stesso tutti i tempi.
È il tempo del saggio che si trova a suo agio come un dio nell’eternità.
L’ultima mano data alla propria vita, che sottrae l’uomo all’asservimento al tempo quantificato.
L’istante della decisione che fa deviare il corso della storia.


“Il tempo (kairós) è compiuto” (Marco, I, 15).

STEFANIA MAZZOLA cavalca l’istante, lo fissa in una dimensione di eternità. Congela il quotidiano, il campo da gioco che ritrae, diviene altare dinanzi al quale prostrarsi con religioso silenzio.

MARCO GAGLIARDI ruba al sole il tempo di una stampa con le sue cianotipie. Il suo operare dipende dalla generosità del tempo e dalla sua capacità di afferrarlo.

BAHAR HEIDARZADE danza col segno a tempo di musica. Questo tempo la guida e lei lo trascina dentro metri di di-segni.

LUCA OLIVIERI. È il carattere distruttivo del tempo che le storie vogliono combattere, così sosteneva Erodoto di Alicarnasso quando presentava le sue storie, che scriveva affinché il tempo non cancellasse le imprese degli uomini. L’artista si immerge nelle parole, compiendo un rito, un sacrificio. Ne trascende la storia, riportando le parole alla loro natura di Phonè.

PROGETTOHECATE

Annalisa Pascai Saiu, 9 Febbraio 2019

Eventi 

22 febbraio ore 18,30

Performance “Danzano i miei segni” di Bahar Heidarzade, musiche di Johnny Lapio, tromba

9 marzo ore 18,30

Finissage della mostra con performance di Annalisa Pascai Saiu e Valentina Serra Rotundo

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