Andrea Famà
Il linguaggio sensoriale dei luoghi
Inaugurazione: 1 aprile ore 18.30
Esposizione: 1- 23 aprile
“Alla sera lo sguardo della luna m’inquieta, mi rallegra, sfugge/la chiesa laggiù, muta nella sonnolenza, respiro il silenzio/a piedi scalzi sull’erba, sul cemento, sull’asfalto il mio corpo diventa tutt’uno con esso… Fin dalla notte dei tempi così remoti e lucidi della nostra esistenza i polmoni hanno iniziato a respirare; il tutto ha permesso lo scambio più intimo e velato della nostra esistenza attraverso lo spostamento e la generazione di elementi aleatori, leggeri e fluttuanti che oggi riportiamo e chiamiamo vuoti. Fermiamoci, nella notte così silenziosa, nell’essenza immaginifica nel mistero audace, nell’incubo prolifero, ed ecco che il mio pensiero prende vita, si materializza in foglia, albero vita e morte. Attraverso queste effimere sensazioni scaturire dalla percezione dei luoghi, vivendoli ed entrando in sinergia con esse; evidenzio/immortalo/custodisco, le memorie, l’invisibile l’immateriale, l’immutabile; ingabbio i suoni delle piante, il silenzio delle chiese, il gusto della terra, attraverso un semplice gesto: calco e rielaboro le superfici inserendo dei buchi-fori che consigliano una realtà vissuta, ricercata, scavata fino a divenire pura concentrazione materiale di motivi enigmatici, tavole disvelatrici sulla quale è impressa la rappresentazione più intima della natura dei luoghi, dimensioni spazio-temporali che consacrano una nuova vita; oggetti sulla quale poter meditare, estrapolare, pregare. Il linguaggio sensoriale dei luoghi verrà impresso nelle sculture-calchi-positivi, come fossero delle matrici vecchio”.
“Il Linguaggio sensoriale dei luoghi” si configura come un lavoro processuale di documentazione, tramite il quale l’artista immortala l’istante, quello fisico del calco scultoreo e quello soggettivo, relativo alla percezione spazio-temporale racchiusa nella memoria. Le sculture diventano contenitori della stessa, immortalano e danno forma allo spazio ed al tempo vissuto, manifestano ciò che si presentava in quel momento.
Fondamentale è, dunque, il luogo, che è il soggetto dello scatto calcareo, raccolto e archiviato attraverso un approccio diaristico.