Galleria Moitre è lieta di presentare

ANASYRMA. FEMMINA* ALLA LUCE DEL SOLE

la prima mostra personale dell’artista Rebecca Momoli

Opening 2 Novembre (16.00-23.00)

On view fino al 18 Gennaio 2025

Anasyrma (dal greco antico ἀνάσυρμα, composto da ana – “sopra, su” e syrma – “gonna, strascico”) è l’azione di sollevare intenzionalmente la gonna e svelare i genitali.

Mossa dal desiderio di dilatare l’espressione simbolica dell’essere femmina sul piano culturale e politico, ANASYRMA. FEMMINA* ALLA LUCE DEL SOLE esplora il legame tra l’esibizione genitale e una femminilità combattiva, magica e rivoluzionaria.

A partire dalla dimensione performativa e rituale dell’anasyrma, una serie di opere inedite prendono forma sul piano fotografico e installativo; immortalando delle corpe oscene, risibili e sacre in un pantheon di combattenti. Una femminilità incarnata, un tessuto osmotico e rizomatico attraversato dalla liberazione transfemminista.

Anziché comprendere la costruzione sociale della femminilità in Occidente solo come calco dell’oppressore, Momoli guarda alla potenza e alla meraviglia, talvolta spaventosa, delle soggettività libere. La costruzione e la decostruzione della femminilità, esplicitato dall’esterisco nel titolo, apre alla possibilità di riscriverne le sorti.

Nonostante la specificità territoriale, globalmente l’anasyrma è fortemente legata alla tradizione delle divinità femminili ed ermafrodite. Una corpa che si sveste può scacciare un temporale, donare fertilità, maledire o curare; può schernire, spaventare. Nel corso della storia, l’esibizione dei genitali è stata compiuta come atto apotropaico, utilizzato come tattica militare o azione di protesta.

Nelle opere esposte, il gesto dello svestimento, eseguito da dieci corpe in dieci atti, incarna la storia femminile e femminilizzata del mondo, dalla preistoria alla contemporaneità, aprendo la strada per una futuribilità femminile ed altra. Le sottane si alzano e le vagine parlano, le vulve esistono, le labbra e le clitoridi si liberano dallo sguardo maschile sessualizzante.

La vulva messa in luce nell’atto dell’anasyrma esibisce visceralmente la corpa di una strega, di una curatrice, di una megera e di una sovversiva. Attraverso lǝi passa l’universale e il divino, la violenza maschile e la complicità di chi resiste al patriarcato, l’amore e la distruzione, il trauma e il genocidio, la genialità e l’eredità, il piacere e l’estasi, la potenza sessuale e la libertà, la gioia.

ANASYRMA. FEMMINA* ALLA LUCE DEL SOLE fa appello alla società occidentale tutta, chiamandola a lottare in solidarietà e complicità per la liberazione totale dall’etero-cis-patriarcato e dal sistema neocoloniale e capitalistico che ottunde i diritti e i desideri delle donne e di tutte le soggettività libere. In tributo ai transfemminismi italiani e allɜ combattentɜ che hanno fatto la storia dell’emancipazione femminile, questa mostra è dedicata a tuttɜ.

ANASYRMA. FEMMINA* ALLA LUCE DEL SOLE ha l’obiettivo di stimolare l’immaginario e il linguaggio sulle corpe femminilizzate attraverso la poesia visiva come pratica di guarigione per potenziare il sistema nervoso autonomo femminile.

Diletta Bellotti

In collaborazione con la Casa delle Donne di Torino, sabato 2 Novembre dalle 16.00 alle 20.00, sarà possibile visitare eccezionalmente la mostra Femminismi, movimenti, culture – Manifesti in mostra (1970-2022), organizzata e ospitata dalla Federazione Láadan, Centro Culturale e Sociale delle Donne, con sede in Via Vanchiglia 3. L’esposizione è realizzata con il contributo della Regione Piemonte.

Rebecca Momoli (Castelfranco Veneto, 2000) è un’artista multidisciplinare, attivista, poetessa e ricercatrice che vive e lavora a Milano.

A seguito della laurea triennale in Arti Visive alla NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, prosegue gli studi frequentando il Biennio Specialistico in Arti Visive e Studi Curatoriali.

La sua pratica e ricerca artistica affondano le proprie radici nelle questioni di genere, nella storia politica e culturale delle donne, nella violenza contro le soggettività femminili, nelle relazioni di potere fra maschile e femminile. Le arti visive, la scrittura e la poesia sono i linguaggi attraverso cui diffonde la potenza e urgenza politica dei femminismi.

Il suo lavoro è stato esposto internazionalmente in realtà istituzionali e indipendenti tra cui: Alchemilla a Palazzo Vizzani, Bologna; Lewisham Arthouse, Londra; l’Orto Botanico di Roma Polo Museale Sapienza, Roma; The Student Hotel, Firenze; NABA – Nuova Accademia di Belle Arti di Milano; Palazzo Guazzoni Zaccaria per Cremona Contemporanea | Artweek 2024.

Ha collaborato al team tecnico per Due Qui / To Hear, mostra personale di Massimo Bartolini a cura di Luca Cerizza al Padiglione Italia alla 60. Biennale di Venezia; ha assistito Nicola Ricciardi per la mostra personale di David Horvitz Abbandonare il locale a BiM, Milano; ha lavorato con lo studio di produzione multidisciplinare Specific formato da Patrick Tuttofuoco, Andrea Sala, Alessandra Pallotta, Nic Bello e Stefano D’Amelio a BiM Milano. Ha collaborato con Warner Bros, Artribune e il collettivo Primavera Transfemminista di Pordenone. Ha realizzato con Cheap Festival Her name is Revolution, un progetto femminista di arte pubblica all’interno di MATRIA | immaginari della maternità contemporanea | di ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione.

ANASYRMA. FEMMINA* ALLA LUCE DEL SOLE

Rebecca Momoli

Galleria Moitre

Opening 2 Novembre 16.00-23.00

On view fino al 18 Gennaio 2025

Con la partecipazione di:

Irene Mathilda Alaimo

Diletta Bellotti

Camilla De Siati

Sade Linda Ekwedike

Sara Lorusso

Cristina Malcisi

Rebecca Momoli

Veronica Yoko Plebani

Maria Pia Salatino

Viva

Con il sostegno di:

Corallo Srl

Con la collaborazione di:

Casa delle Donne di Torino

Direzione creativa:

Rebecca Momoli

Fotografie progetto:

Riccardo De Biasi

Kenny Alexander Laurence

Post produzione:

Due Piani Studio

Identità visiva:

Judi Casagrande

Fotografie comunicazione:

Alma Ordaz

Performers comunicazione:

Rebecca Momoli

Marta Marrone

Allestimento:

Marcello Maranzan

Alessandro Macciardi

Testo critico:

Diletta Bellotti

Un ringraziamento particolare a

Caterina Iaquinta